Benefici delle foglie di olivo
L’obesità e il sovrappeso non rappresentano soltanto dei problemi che riguardano l’estetica, ma sono delle vere e proprie patologie che possono portare, tra le altre cose, a un aumento dei livelli di colesterolo e glicemia nel sangue, pericolosi per la salute.
Le foglie di olivo hanno dimostrato, grazie alla ricerca scientifica, di possedere dei benefici che non solo aiutano a perdere peso ma, allo stesso tempo, contrastano anche importanti patologie associate all’obesità, portando un ritrovato senso di energia, una migliore qualità del sonno, una pelle più luminosa e una stabilizzazione dell’umore.
Migliorano il metabolismo dei grassi:
I benefici delle foglie di olivo vengono studiati da ormai diversi anni. Tra i primi a portare avanti una ricerca sistematica e approfondita sulle proprietà di questo rimedio naturale furono i ricercatori dell’Università di Queensland, in Australia.
Lo studio, citato poi anche dall’autorevole Journal of Nutrition, si focalizzava sull’azione di protezione cardiovascolare da parte delle foglie di olivo, protezione che si estende anche contro la sindrome metabolica di cui l’obesità è, molto spesso, la causa.
Le ricerche si sono poi estese nelle Università di tutto il mondo, Italia compresa, e si è compreso che l’uso costante di integratori alimentari a base di foglie di olivo può contribuire a far diminuire il grasso addominale, con conseguente calo del peso.
Proprio una ricerca italiana (Capasso – Grandolini, 1996) ha rilevato che tale effetto è dovuto alla presenza nelle foglie di acidi grassi polinsaturi, in particolare di acido linoleico.
Il tutto è stato validato ed accertato dal Ministero della Salute, tanto che sugli integratori a base di foglie di olivo viene spessa indicata questa certificazione.
Eliminano i liquidi in eccesso:
Uno degli aspetti talvolta legati al sovrappeso è quello della ritenzione dei liquidi, dovuta a un’alimentazione squilibrata (cibi troppo salati, bibite gassate in sostituzione dell’acqua oligominerale e pochi vegetali nella dieta) o a fattori ormonali, soprattutto nelle donne.
I liquidi in eccesso, come risaputo, sono anche alla base della cellulite.
Nelle foglie di olivo sono presenti diversi fenoli che sono in grado di ostacolare l’infiammazione e l’ossidazione cellulare, accelerando di conseguenza la lipolisi.
In questo modo avviene la liberazione dei grassi dai tessuti.
Migliorano la digestione:
Si sa che una migliore digestione contribuisce a tenere a bada il senso di fame, soprattutto se l’alimentazione è costituita da pochi carboidrati e grassi e molte fibre.
Le foglie di olivo sono importanti da questo punto di vista, perché vengono spesso utilizzate come digestivo naturale e per trattare reflusso e gastriti. È sufficiente assumere un bicchierino di infuso di foglie di olivo per notare un immediato sollievo.
In particolare l’infuso di foglie di olivo, se utilizzato con costanza e per periodi lunghi, può migliorare in maniera considerevole la digestione ed esercitare un’azione depurativa sugli organi emuntori (fegato, reni e intestino), facilitando così la perdita di peso.
Le foglie di olivo possiedono anche tanti altri benefici per la nostra salute.
Come documentato e approvato dal Ministero della Salute, assumere abitualmente un integratore a base di foglie di olivo contribuisce ad un’azione ipotensiva sul sangue.
Questi benefici sono esercitati dagli estratti acquosi della pianta, che si comporta come vasodilatatrice sulla pressione massima, equilibrando al contempo i valori della minima.
Interessante anche l’azione delle foglie di olivo contro il colesterolo cattivo.
In pratica, le foglie di olivo sono capaci di abbassare il valore delle lipoproteine a bassa densità (cioè LDL, colesterolo cattivo), dando vita ad un conseguente aumento di quelle ad alta densità (HDL, colesterolo buono), diminuendo quindi il rischio cardiovascolare.
C’è poi l’inibizione della quantità di zuccheri nel sangue.
Ciò è dovuto a una sostanza, l’Oleuropeina, che esercita, oltre ad un’azione fluidificante sul sangue ed un miglioramento del metabolismo glucidico (carboidrati e zuccheri), un notevole abbassamento della glicemia. Questo permette di prevenire il diabete di tipo 2.
L’obesità e il sovrappeso non rappresentano soltanto dei problemi che riguardano l’estetica, ma sono delle vere e proprie patologie che possono portare, tra le altre cose, a un aumento dei livelli di colesterolo e glicemia nel sangue, pericolosi per la salute.
Le foglie di olivo hanno dimostrato, grazie alla ricerca scientifica, di possedere dei benefici che non solo aiutano a perdere peso ma, allo stesso tempo, contrastano anche importanti patologie associate all’obesità, portando un ritrovato senso di energia, una migliore qualità del sonno, una pelle più luminosa e una stabilizzazione dell’umore.
Migliorano il metabolismo dei grassi:
I benefici delle foglie di olivo vengono studiati da ormai diversi anni. Tra i primi a portare avanti una ricerca sistematica e approfondita sulle proprietà di questo rimedio naturale furono i ricercatori dell’Università di Queensland, in Australia.
Lo studio, citato poi anche dall’autorevole Journal of Nutrition, si focalizzava sull’azione di protezione cardiovascolare da parte delle foglie di olivo, protezione che si estende anche contro la sindrome metabolica di cui l’obesità è, molto spesso, la causa.
Le ricerche si sono poi estese nelle Università di tutto il mondo, Italia compresa, e si è compreso che l’uso costante di integratori alimentari a base di foglie di olivo può contribuire a far diminuire il grasso addominale, con conseguente calo del peso.
Proprio una ricerca italiana (Capasso – Grandolini, 1996) ha rilevato che tale effetto è dovuto alla presenza nelle foglie di acidi grassi polinsaturi, in particolare di acido linoleico.
Il tutto è stato validato ed accertato dal Ministero della Salute, tanto che sugli integratori a base di foglie di olivo viene spessa indicata questa certificazione.
Eliminano i liquidi in eccesso:
Uno degli aspetti talvolta legati al sovrappeso è quello della ritenzione dei liquidi, dovuta a un’alimentazione squilibrata (cibi troppo salati, bibite gassate in sostituzione dell’acqua oligominerale e pochi vegetali nella dieta) o a fattori ormonali, soprattutto nelle donne.
I liquidi in eccesso, come risaputo, sono anche alla base della cellulite.
Nelle foglie di olivo sono presenti diversi fenoli che sono in grado di ostacolare l’infiammazione e l’ossidazione cellulare, accelerando di conseguenza la lipolisi.
In questo modo avviene la liberazione dei grassi dai tessuti.
Migliorano la digestione:
Si sa che una migliore digestione contribuisce a tenere a bada il senso di fame, soprattutto se l’alimentazione è costituita da pochi carboidrati e grassi e molte fibre.
Le foglie di olivo sono importanti da questo punto di vista, perché vengono spesso utilizzate come digestivo naturale e per trattare reflusso e gastriti. È sufficiente assumere un bicchierino di infuso di foglie di olivo per notare un immediato sollievo.
In particolare l’infuso di foglie di olivo, se utilizzato con costanza e per periodi lunghi, può migliorare in maniera considerevole la digestione ed esercitare un’azione depurativa sugli organi emuntori (fegato, reni e intestino), facilitando così la perdita di peso.
Le foglie di olivo possiedono anche tanti altri benefici per la nostra salute.
Come documentato e approvato dal Ministero della Salute, assumere abitualmente un integratore a base di foglie di olivo contribuisce ad un’azione ipotensiva sul sangue.
Questi benefici sono esercitati dagli estratti acquosi della pianta, che si comporta come vasodilatatrice sulla pressione massima, equilibrando al contempo i valori della minima.
Interessante anche l’azione delle foglie di olivo contro il colesterolo cattivo.
In pratica, le foglie di olivo sono capaci di abbassare il valore delle lipoproteine a bassa densità (cioè LDL, colesterolo cattivo), dando vita ad un conseguente aumento di quelle ad alta densità (HDL, colesterolo buono), diminuendo quindi il rischio cardiovascolare.
C’è poi l’inibizione della quantità di zuccheri nel sangue.
Ciò è dovuto a una sostanza, l’Oleuropeina, che esercita, oltre ad un’azione fluidificante sul sangue ed un miglioramento del metabolismo glucidico (carboidrati e zuccheri), un notevole abbassamento della glicemia. Questo permette di prevenire il diabete di tipo 2.
L'olio extravergine di oliva rilascia una proteina proteggi-cuore nel sangue impedendo la formazione di trombi ed evitando ictus e infarto.
Ecco perché l'olio extra vergine fa bene al cuore e alla salute cardiovascolare in generale: aumenta una proteina nel sangue - chiamata "ApoA-IV" che tiene a bada le piastrine, le cellule che servono a evitare emorragie ma che, se si aggregano impropriamente, possono portare a trombi (bloccare la circolazione del sangue) e quindi anche all'infarto o all'ictus.
Lo rivela una ricerca pubblicata sulla rivista Nature Communications. I livelli di ApoA-IV nel sangue aumentano con l'ingestione di cibi che contengono grassi insaturi come, appunto, l'olio extravergine.
Esperti del canadese St. Michael's Hospital a Toronto hanno dimostrato che ApoA-IV riduce la capacità delle piastrine di aggregarsi e formare pericolosi trombi che occludono le arterie.
I ricercatori hanno scoperto l'esatto meccanismo con cui la molecola si lega a un recettore sulle piastrine impedendo loro di aggregarsi.
Il meccanismo è importante perché è anche protettivo contro la formazione delle placche di arterosclerosi, perché anche questo processo è legato alla funzione delle piastrine. Secondo gli esperti le nuove conoscenze acquisite su ApoA-IV potrebbero portare a nuove terapie preventive e protettive per la salute cardiovascolare.
Ecco perché l'olio extra vergine fa bene al cuore e alla salute cardiovascolare in generale: aumenta una proteina nel sangue - chiamata "ApoA-IV" che tiene a bada le piastrine, le cellule che servono a evitare emorragie ma che, se si aggregano impropriamente, possono portare a trombi (bloccare la circolazione del sangue) e quindi anche all'infarto o all'ictus.
Lo rivela una ricerca pubblicata sulla rivista Nature Communications. I livelli di ApoA-IV nel sangue aumentano con l'ingestione di cibi che contengono grassi insaturi come, appunto, l'olio extravergine.
Esperti del canadese St. Michael's Hospital a Toronto hanno dimostrato che ApoA-IV riduce la capacità delle piastrine di aggregarsi e formare pericolosi trombi che occludono le arterie.
I ricercatori hanno scoperto l'esatto meccanismo con cui la molecola si lega a un recettore sulle piastrine impedendo loro di aggregarsi.
Il meccanismo è importante perché è anche protettivo contro la formazione delle placche di arterosclerosi, perché anche questo processo è legato alla funzione delle piastrine. Secondo gli esperti le nuove conoscenze acquisite su ApoA-IV potrebbero portare a nuove terapie preventive e protettive per la salute cardiovascolare.
L'olio extra vergine di oliva di eccellenza protegge l'organismo durante la chemioterapia.
La chemioterapia può portare a notevoli scompensi dovuti alla tossicità dei farmaci utili a combattere il cancro.
L'oleuropeina dell'extra vergine è in grado di ripristinare completamente i cambiamenti metabolici dopo il trattamento chemioterapico riportandoli a livelli normali.
La chemioterapia può portare a notevoli scompensi dovuti alla tossicità dei farmaci utili a combattere il cancro.
L'oleuropeina dell'extra vergine è in grado di ripristinare completamente i cambiamenti metabolici dopo il trattamento chemioterapico riportandoli a livelli normali.
OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA: ecco quali sono i benefici di un consumo quotidiano.
L'olivo nella mitologia:
Un mito greco attribuisce ad Atena la nascita del primo olivo che sorse nell'Acropoli a protezione della città di Atene. La leggenda racconta che Poseidone ed Atena, disputandosi la sovranità dell'Attica, si sfidarono a chi avesse offerto il più bel dono al popolo. Poseidone, colpendo con il suo tridente il suolo, fece sorgere il cavallo più potente e rapido, in grado di vincere tutte le battaglie; Atena, colpendo la roccia con la sua lancia, fece nascere dalla terra il primo albero di olivo per illuminare la notte, per mendicare le ferite e per offrire nutrimento alla popolazione. Zeus scelse l'invenzione più pacifica ed Atena divenne la dea di Atene. Un figlio di Poseidone cercò di sradicare l'albero di Atena, ma non vi riuscì, anzi si ferì nel commettere il gesto sacrilego e morì. Quella roccia che resistette era appunto l'Acropoli, dove la pianta dell'olivo venne presidiata dai soldati perchè sacra ai greci.
Secondo una leggenda riferita da Plinio e da Cicerone, sarebbe stato Aristeo lo scopritore dell'olivo e l'inventore del modo di estrarre l'olio, all'epoca fenicia. L'olivicoltura era molto diffusa al tempo di Omero; L'Iliade e l'Odissea narrano spesso dell'olivo e del suo olio. Stupenda la descrizione della camera da letto nella quale Penelope accolse Ulisse al suo ritorno, e che Ulisse stesso aveva costruito prima della sua partenza con legno d'olivo.
A Roma l'olivo era dedicato a Minerva e Giove. I romani, pur nella loro praticità di considerare l'olio d'oliva come merce da esigere dai vinti, da commerciare, da consumare, mutuarono dai Greci alcuni aspetti simbolici dell'olivo. Onoravano i cittadini illustri con corone di fronde di olivo, così pure gli sposi il giorno delle nozze; i morti infine venivano inghirlandati per significare di essere vincitori nelle lotte della vita umana.
Nell'area islamica molte leggende fanno riferimento all'olivo e al suo prodotto; si ricorda la storia di Ali Babà e i 40 ladroni nascosti negli otri che dovevano contenere l'olio.
Un mito greco attribuisce ad Atena la nascita del primo olivo che sorse nell'Acropoli a protezione della città di Atene. La leggenda racconta che Poseidone ed Atena, disputandosi la sovranità dell'Attica, si sfidarono a chi avesse offerto il più bel dono al popolo. Poseidone, colpendo con il suo tridente il suolo, fece sorgere il cavallo più potente e rapido, in grado di vincere tutte le battaglie; Atena, colpendo la roccia con la sua lancia, fece nascere dalla terra il primo albero di olivo per illuminare la notte, per mendicare le ferite e per offrire nutrimento alla popolazione. Zeus scelse l'invenzione più pacifica ed Atena divenne la dea di Atene. Un figlio di Poseidone cercò di sradicare l'albero di Atena, ma non vi riuscì, anzi si ferì nel commettere il gesto sacrilego e morì. Quella roccia che resistette era appunto l'Acropoli, dove la pianta dell'olivo venne presidiata dai soldati perchè sacra ai greci.
Secondo una leggenda riferita da Plinio e da Cicerone, sarebbe stato Aristeo lo scopritore dell'olivo e l'inventore del modo di estrarre l'olio, all'epoca fenicia. L'olivicoltura era molto diffusa al tempo di Omero; L'Iliade e l'Odissea narrano spesso dell'olivo e del suo olio. Stupenda la descrizione della camera da letto nella quale Penelope accolse Ulisse al suo ritorno, e che Ulisse stesso aveva costruito prima della sua partenza con legno d'olivo.
A Roma l'olivo era dedicato a Minerva e Giove. I romani, pur nella loro praticità di considerare l'olio d'oliva come merce da esigere dai vinti, da commerciare, da consumare, mutuarono dai Greci alcuni aspetti simbolici dell'olivo. Onoravano i cittadini illustri con corone di fronde di olivo, così pure gli sposi il giorno delle nozze; i morti infine venivano inghirlandati per significare di essere vincitori nelle lotte della vita umana.
Nell'area islamica molte leggende fanno riferimento all'olivo e al suo prodotto; si ricorda la storia di Ali Babà e i 40 ladroni nascosti negli otri che dovevano contenere l'olio.
Olivo ed estate:
L’estate è un periodo critico per la coltura dell’olivo, un periodo in cui la richiesta idrica è elevata e sono in corso l’accrescimento e la formazione del nocciolo.
Una delle principali cause della cascola delle olive in questo periodo sono proprio il calore e la siccità, inoltre, inizio estate, è anche il periodo in cui iniziano le ovideposizioni della Bactrocera oleae (mosca dell’olivo) il fitofago più pericoloso per la coltura dell’olivo.
In questo delicato periodo dell’anno è, quindi, importante avvalersi di tutti gli accorgimenti agronomici necessari a mettere la pianta nelle condizioni migliori per il suo sviluppo.
Una pratica che si sta molto diffondendo e pare dare buoni risultati è l’applicazione di prodotti fogliari che aumentano l’albedo della chioma degli alberi, ovvero che “imbiancano le piante” riflettendo la luce solare e rendendo la pianta poco attrattiva per la mosca che è disincentivata ad ovideporre.
L’estate è un periodo critico per la coltura dell’olivo, un periodo in cui la richiesta idrica è elevata e sono in corso l’accrescimento e la formazione del nocciolo.
Una delle principali cause della cascola delle olive in questo periodo sono proprio il calore e la siccità, inoltre, inizio estate, è anche il periodo in cui iniziano le ovideposizioni della Bactrocera oleae (mosca dell’olivo) il fitofago più pericoloso per la coltura dell’olivo.
In questo delicato periodo dell’anno è, quindi, importante avvalersi di tutti gli accorgimenti agronomici necessari a mettere la pianta nelle condizioni migliori per il suo sviluppo.
Una pratica che si sta molto diffondendo e pare dare buoni risultati è l’applicazione di prodotti fogliari che aumentano l’albedo della chioma degli alberi, ovvero che “imbiancano le piante” riflettendo la luce solare e rendendo la pianta poco attrattiva per la mosca che è disincentivata ad ovideporre.
Imbottigliamento ed etichettatura
ETICHETTATURA DEGLI OLII
INDICAZIONI LIBERE: Reg UE 1169/11
INDICAZIONI FACOLTATIVE: Estratto a freddo / attributi positivi Reg 29/12 BIO Reg 834/07 – DOP Reg 1151/11
INDICAZIONI SPECIFICHE: Settore OLEARIO Reg. UE 29/2012
INDICAZIONI OBBLIGATORIE: Comuni a tutti gli alimenti Reg UE 1169/11
INDICAZIONI OBBLIGATORIE IN ETICHETTA:
“olio d’oliva di categoria superiore ottenuto direttamente dalle olive e unicamente mediante procedimenti meccanici”
L’informazione sulla categoria accompagna la denominazione di vendita non necessariamente in prossimità di essa
Reg 1308/13 All VII parte 8° art. 3 Reg. CE 29/12
Reg 1335/13 art. 4 ter
il riferimento a un nome geografico che corrisponde all’indicazione di Stato Membro/ Unione /Paese Terzo nel quale le olive sono state raccolte e frante.
Reg. CE 29/12 art. 4 par. 5
Si indica con L xxxx e non è richiesto se il TMC ha giorno/mese/anno
(Reg 1169/11 art13 c.5)
nome / ragione sociale + l’indirizzo dell’operatore
Conservare in un luogo asciutto al riparo dalla luce e da fonti di calore
Tabella nutrizionale: calorie, grassi, ac. grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine, sale;
Facoltativi: Ac. grassi mono e polinsaturi, polioli, amido, fibre, vitamine, sali minerali
PRIMA SPREMITURA A FREDDO (impianti discontinui tradizionali): 27° C con una prima spremitura meccanica della pasta di olive ed estrazione con presse idrauliche di tipo tradizionale.
ESTRATTO A FREDDO (impianti continui): 27° C con un processo di percolazione o centrifugazione della pasta d’olive.
(art.5 del Reg. CE 29/2012)
CARATTERISTICHE ORGANOLETTICHE RELATIVE AL GUSTO e/o ODORE: possono figurare sull’etichetta solo se fondate sui risultati di una valutazione effettuata secondo il metodo previsto dall’allegato XII del Reg. 2568/91 (Panel Test) VALUTATI PARTITA PER PARTITA.
Scarica il REG. 1169/2011
Scarica il REG. ESECUZIONE UE 29/2012
ETICHETTATURA DEGLI OLII
INDICAZIONI LIBERE: Reg UE 1169/11
INDICAZIONI FACOLTATIVE: Estratto a freddo / attributi positivi Reg 29/12 BIO Reg 834/07 – DOP Reg 1151/11
INDICAZIONI SPECIFICHE: Settore OLEARIO Reg. UE 29/2012
INDICAZIONI OBBLIGATORIE: Comuni a tutti gli alimenti Reg UE 1169/11
INDICAZIONI OBBLIGATORIE IN ETICHETTA:
- denominazione e categoria dell’olio
- designazione dell’origine
- termine minimo di conservazione
- lotto di vendita
- quantità netta
- nome del responsabile
- modalità di conservazione
- campagna di raccolta
- indicazioni nutrizionali
- Denominazione dell’alimento ed informazioni sulla categoria
“olio d’oliva di categoria superiore ottenuto direttamente dalle olive e unicamente mediante procedimenti meccanici”
L’informazione sulla categoria accompagna la denominazione di vendita non necessariamente in prossimità di essa
Reg 1308/13 All VII parte 8° art. 3 Reg. CE 29/12
Reg 1335/13 art. 4 ter
- Designazione di origine
il riferimento a un nome geografico che corrisponde all’indicazione di Stato Membro/ Unione /Paese Terzo nel quale le olive sono state raccolte e frante.
Reg. CE 29/12 art. 4 par. 5
- Designazione di origine / DOP IGP
- Designazione di origine – miscele
- Miscela di oli di oliva originari dell’UE oppure un riferimento all’Unione;
- Miscela di oli di oliva non originari dell’UE oppure un riferimento all’origine esterna all’UE;
- Miscela di oli di oliva originari dell’UE e non originari dell’UE oppure un riferimento all’origine interna ed esterna all’Unione;
- Termine minimo conservazione (TMC)
- Lotto
Si indica con L xxxx e non è richiesto se il TMC ha giorno/mese/anno
- Quantità netta
(Reg 1169/11 art13 c.5)
- Nome del Responsabile
nome / ragione sociale + l’indirizzo dell’operatore
- Modalità di conservazione
Conservare in un luogo asciutto al riparo dalla luce e da fonti di calore
- Campagna di raccolta
- Indicazioni nutrizionali
Tabella nutrizionale: calorie, grassi, ac. grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine, sale;
Facoltativi: Ac. grassi mono e polinsaturi, polioli, amido, fibre, vitamine, sali minerali
- Indicazioni facoltative disciplinate Reg. UE 29/2012
PRIMA SPREMITURA A FREDDO (impianti discontinui tradizionali): 27° C con una prima spremitura meccanica della pasta di olive ed estrazione con presse idrauliche di tipo tradizionale.
ESTRATTO A FREDDO (impianti continui): 27° C con un processo di percolazione o centrifugazione della pasta d’olive.
(art.5 del Reg. CE 29/2012)
- Indicazioni facoltative disciplinate Reg. UE 29/2012
CARATTERISTICHE ORGANOLETTICHE RELATIVE AL GUSTO e/o ODORE: possono figurare sull’etichetta solo se fondate sui risultati di una valutazione effettuata secondo il metodo previsto dall’allegato XII del Reg. 2568/91 (Panel Test) VALUTATI PARTITA PER PARTITA.
- Indicazioni facoltative disciplinate Reg. UE 29/2012
- Indice dei perossidi
- Tenore in cere
- Assorbimento nell’ultravioletto
- Indicazioni ulteriori
- (anno di raccolta delle olive)
- Olio Nuovo
- Giacitura/Ubicazione oliveti
- Cultivar
- Certificazioni volontarie
- indurre in errore sulla natura, identità, qualità, composizione, quantità, origine e provenienza,
- attribuire effetti o proprietà che non possiede,
- suggerire che abbia caratteristiche che hanno anche tutti gli altri prodotti analoghi,
- suggerire che abbia proprietà atte a prevenire o curare malattie.
Scarica il REG. 1169/2011
Scarica il REG. ESECUZIONE UE 29/2012
Pane, olio e pasta «Patrimonio dell’umanità»
Come i sassi di Matera, la laguna di Venezia o L’ultima cena di Leonardo Da Vinci, anche la dieta mediterranea si candida a diventare patrimonio dell’umanità salvaguardato dall’Unesco. Dopo che nelle scorse settimane il Senato ha approvato con una mozione bipartisan firmata da 100 senatori il via libera, il riconoscimento internazionale è più vicino.
"La nostra è la candidatura dei prodotti dell`agroalimentare italiano, dietro i quali ci sono la storia, la tradizione e l`identità dei nostri territori. È un modo per esaltare i nostri prodotti tipici che sono un patrimonio insostituibile del nostro Paese e speriamo diventino presto anche patrimonio dell`umanità". Con queste parole il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia commenta la candidatura ufficiale della dieta mediterranea a "patrimonio culturale immateriale dell`umanità" dell`Unesco, dieta riconosciuta anche dall`Oms e dalla Fao come modello alimentare salutare, sostenibile e di qualità. La proposta à stata presentata formalmente dai 4 paesi - Spagna, Italia, Grecia e Marocco - che hanno contribuito a definire gli aspetti culturali, storici, produttivi e paesaggistici, alimentari e sociali che giustificano il riconoscimento da parte dell`Unesco. "La Dieta Mediterranea - spiega Zaia - è un patrimonio culturale immateriale che ha una lunga tradizione, vivo e in continua evoluzione, condiviso da tutti i Paesi del Mediterraneo, che incorpora, saperi, sapori, elaborazioni, prodotti alimentari, coltivazioni e spazi sociali legati al territorio".
La parola passa ora alla commissione Unesco che dovrà esaminare la proposta italiana sulla base della nuova Convenzione sottoscritta nel 2003 a Parigi che equipara i beni culturali “invisibili” come la cucina e il pensiero alle opere "tangibili" del genio umano. E’ il caso dei prodotti che rendono inimitabile il “patrimonio” nutritivo della dieta mediterranea, che rappresenta anche una risorsa economica pari al 40% della produzione agricola europea, per un importo vicino a 120 miliardi di euro.
tratto da http://salute24.ilsole24ore.com
Come i sassi di Matera, la laguna di Venezia o L’ultima cena di Leonardo Da Vinci, anche la dieta mediterranea si candida a diventare patrimonio dell’umanità salvaguardato dall’Unesco. Dopo che nelle scorse settimane il Senato ha approvato con una mozione bipartisan firmata da 100 senatori il via libera, il riconoscimento internazionale è più vicino.
"La nostra è la candidatura dei prodotti dell`agroalimentare italiano, dietro i quali ci sono la storia, la tradizione e l`identità dei nostri territori. È un modo per esaltare i nostri prodotti tipici che sono un patrimonio insostituibile del nostro Paese e speriamo diventino presto anche patrimonio dell`umanità". Con queste parole il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia commenta la candidatura ufficiale della dieta mediterranea a "patrimonio culturale immateriale dell`umanità" dell`Unesco, dieta riconosciuta anche dall`Oms e dalla Fao come modello alimentare salutare, sostenibile e di qualità. La proposta à stata presentata formalmente dai 4 paesi - Spagna, Italia, Grecia e Marocco - che hanno contribuito a definire gli aspetti culturali, storici, produttivi e paesaggistici, alimentari e sociali che giustificano il riconoscimento da parte dell`Unesco. "La Dieta Mediterranea - spiega Zaia - è un patrimonio culturale immateriale che ha una lunga tradizione, vivo e in continua evoluzione, condiviso da tutti i Paesi del Mediterraneo, che incorpora, saperi, sapori, elaborazioni, prodotti alimentari, coltivazioni e spazi sociali legati al territorio".
La parola passa ora alla commissione Unesco che dovrà esaminare la proposta italiana sulla base della nuova Convenzione sottoscritta nel 2003 a Parigi che equipara i beni culturali “invisibili” come la cucina e il pensiero alle opere "tangibili" del genio umano. E’ il caso dei prodotti che rendono inimitabile il “patrimonio” nutritivo della dieta mediterranea, che rappresenta anche una risorsa economica pari al 40% della produzione agricola europea, per un importo vicino a 120 miliardi di euro.
tratto da http://salute24.ilsole24ore.com
Guida all’assaggio dell’olio extra vergine di oliva fai da te
Non bisogna necessariamente essere degli esperti per capire se un extravergine di oliva è un buon olio. Seguendo queste semplici regole che vi proponiamo in questa guida all’assaggio dell’olio extra vergine di oliva e ripetendo l’assaggio, sarete in grado di distinguere un olio pessimo da uno con qualità migliori. Per prima cosa dobbiamo procurarci un bicchiere di vetro (quello ufficiale è un bicchierino di vetro blu) e una mela, per cancellare le sensazioni tra un assaggio e l’altro.
La Percezione Visiva
Forse vi sembrerà superfluo, ma osservare come si comporta un olio extravergine quando per esempio viene versato o agitato in un bicchiere può contribuire a farci capire alcune interessanti indicazioni sulla corposità, pulizia e rotondità. Questo, non è comunque un parametro fondamentale, ma può già evidenziare pregi e difetti di un olio extravergine. Versate due cucchiaini di olio extravergine di oliva nel bicchiere di vetro agitandolo e cercate di valutare la fluidità disponendo l’olio contro luce. L’olio extravergine di oliva ha un grado di fluidità medio-basso. La fluidità alta è tipica degli oli ad alto contenuto di acidi grassi polinsaturi, come l’olio di semi. Adesso fate girare l’olio sulle pareti del bicchiere e osservate il colore. Un colore verde è sintomo di raccolta giovane, mentre giallo di raccolta matura del frutto.
La Percezione Olfattiva
L’olfatto: semplicemente annusando l’olio possiamo capire se esso è di buona qualità oppure se è scadente. L’odore, più o meno inteso di oliva e magari di verdura, frutta o erba ci darà elementi sufficienti per stare tranquilli. Prima di questa delicata fase olfattiva bisogna però portare l’olio alle giuste condizioni per esaltare al meglio le componenti volatili aromatiche. Come? La nostra Guida all’assaggio dell’Olio extra vergine di Oliva ve lo spiega subito: Scaldate il contenuto del bicchiere con il palmo di una mano agitandolo leggermente, la temperatura ideale è pari a 28°C; coprite poi con l’altro palmo della mano l’estremità del bicchiere per poterne mantenere gli aromi; quindi scoprite il bicchiere, portatelo al naso e inalate piano e profondamente per individuare i componenti olfattivi dell’olio. Vi consigliamo di ripetere queste operazioni più volte, in quanto vi consentirà di cogliere le varie sfumature di aromi presenti e avvertire il grado d’intensità in una scala di valori che potranno andare da “appena percettibile” a “molto intenso”. Effettuata la prova sul profumo dell’olio non sarà difficile usare termini come “fruttato verde di oliva” se il profumo ricorda quello dei frutti freschi e “fruttato maturo” se invece ricorda l’odore della frutta dolce. In questo modo è possibile individuare il grado di maturazione delle olive.
La Percezione del Gusto, siamo arrivati all’ASSAGGIO
L’assaggio vi farà individuare alcuni sapori fondamentali: l’amaro, il dolce, l’aspro e il salato. Il senso del gusto risiede nei bottoni gustativi, infatti, la nostra bocca è in grado di riconoscere i sapori degli alimenti per la presenza sulla superficie di particolari strutture distribuite su tutta la cavità orale. Queste particolari strutture, chiamate papille gustative, sono presenti in maniera massiccia nella lingua su cui si distingue: sulla punta il dolce, sui lati il salato, nella parte centrale l’aspro e sul posteriore l’amaro, ma è possibile percepire anche altre sensazioni molto importanti come l’astringente e il piccante. Bene, ora avendo seguito fin qui la nostra Guida all’assaggio dell’Olio extra vergine di Oliva, possiamo iniziare sorseggiandone una piccola quantità distribuendolo con la lingua in tutta la bocca. Procedete prima con una suzione lenta e delicata, poi più vigorosa, cercando di aspirare l’aria tra i denti in modo da provocare l’evaporazione dell’aroma nel cavo orale, portandolo a diretto contatto con le papille gustative. Durante l’assaggio è importante incamerare aria con aspirazioni corte e successive, lingua contro il palato e labbra semi aperte, assaporare l’olio per almeno 20-30 secondi. In questo modo si definiscono le percezioni olfattive e si valutano quelle gustative, amaro, piccante, secco-astringente. E’ fondamentale, ricordare e stimare attentamente le sensazioni retro-olfattive. Raccomandiamo per chi è alle prime armi di non avere assolutamente fretta di espellere l’olio, ma essere calmi e tranquilli, cercando di memorizzare il maggior numero di sensazioni, magari segnando su un foglio le sensazioni avvertite. I primi assaggi saranno importantissimi per imparare a familiarizzare con il vocabolario dei pregi e dei difetti, che costituisce in pratica l’ABC dell’analista sensoriale molto utile è cercare di descrivere agli altri le proprie sensazioni, cercando di mettere a fuoco una comune metodologia di comunicazione. Non cercate di individuare nell’olio i sapori più strani, nessuno vi offrirà mai un bicchiere di olio; la sua unica funzione è di essere un valido supporto ai nostri cibi maggiormente se è di qualità. L’ assaggio tecnico va fatto seguendo alcune norme generali di comportamento:
- non fumare almeno 30 minuti prima dell’ assaggio
- non usare alcun profumo, sapone o cosmetico il cui odore persista al momento della prova
- non aver ingerito alcun alimento, almeno un’ora prima dell’assaggio
- accertarsi che le proprie condizioni fisiologiche e psicologiche siano positive, tali da non compromettere l’analisi.
Durante l’assaggio anche il naso entra in funzione, infatti, è noto a tutti che in presenza di un forte raffreddore che ci fa stare con il naso tappato, non si riesce a distinguere i sapori di quello che mangiamo. L’olfatto è connesso in maniera funzionale con il gusto e rende possibile, tramite i chemioricettori, le percezioni delle sostanze chimiche volatili per questo motivo è importantissimo nella percezione dei sapori. Ecco perché è importante sapere che il sapore prende forma proprio dalla combinazione di queste sensazioni olfattive e gustative. Mettendo assieme tutte le sensazioni percepite fino qui, si può cercare di esprimere un parere che nelle prime sedute può sembrare non attendibile. Se abbiamo eseguito un corretto assaggio, saremo in grado di distinguere tutti gli odori e i sapori che abbiamo memorizzato. Se essi sono ben distinguibili tra loro, in questo caso si ha sottomano un buon olio extravergine, se poi odori e sapori sono anche in equilibrio tra loro si può dire di aver assaggiato un eccellente olio extravergine di oliva. Ad ogni fine assaggio per degustare nuovamente un altro campione di olio extravergine, è utile sciacquare la bocca con una fetta di mela. Tutti questi passaggi inclusi nella nostra Guida all’assaggio dell’Olio extra vergine di Oliva possono sembrare difficili da applicare e da comprendere ma in realtà non lo è per nulla. Con un adeguato allenamento e magari anche con la possibilità di un confronto con persone già esperte è possibile acquisire una discreta competenza personale che ti consentirà di valutare correttamente un olio extravergine di oliva.
La Percezione dell’AMARO-PICCANTE che si avverte in gola è un pregio o un difetto?
Questa Guida all’assaggio dell’Olio extra vergine di Oliva ha lo scopo di chiarire alcuni dubbi che affliggono spesso il consumatore. L’amaro-piccante di un olio extravergine è un pregio che assume un valore importante per via dell’alto contenuto di polifenoli (antiossidanti). Tanti consumatori scambiano questo pregio per un difetto associando il gusto percepito ad un olio pesante o peggio ancora acido. Il caratteristico retrogusto amarognolo-piccante, è considerato attributo positivo dagli assaggiatori professionisti, quindi non bisogna preoccuparsi se l’olio è leggermente amaro e piccante, diventerà ben presto un attributo che difficilmente ne farai a meno principalmente quando userai l’olio a crudo per i tuoi piatti. Ricordare sempre che l’acidità libera dell’olio non è percepibile al gusto, poiché gli acidi grassi liberi dell’olio sono inodori ed insapori.
Non bisogna necessariamente essere degli esperti per capire se un extravergine di oliva è un buon olio. Seguendo queste semplici regole che vi proponiamo in questa guida all’assaggio dell’olio extra vergine di oliva e ripetendo l’assaggio, sarete in grado di distinguere un olio pessimo da uno con qualità migliori. Per prima cosa dobbiamo procurarci un bicchiere di vetro (quello ufficiale è un bicchierino di vetro blu) e una mela, per cancellare le sensazioni tra un assaggio e l’altro.
La Percezione Visiva
Forse vi sembrerà superfluo, ma osservare come si comporta un olio extravergine quando per esempio viene versato o agitato in un bicchiere può contribuire a farci capire alcune interessanti indicazioni sulla corposità, pulizia e rotondità. Questo, non è comunque un parametro fondamentale, ma può già evidenziare pregi e difetti di un olio extravergine. Versate due cucchiaini di olio extravergine di oliva nel bicchiere di vetro agitandolo e cercate di valutare la fluidità disponendo l’olio contro luce. L’olio extravergine di oliva ha un grado di fluidità medio-basso. La fluidità alta è tipica degli oli ad alto contenuto di acidi grassi polinsaturi, come l’olio di semi. Adesso fate girare l’olio sulle pareti del bicchiere e osservate il colore. Un colore verde è sintomo di raccolta giovane, mentre giallo di raccolta matura del frutto.
La Percezione Olfattiva
L’olfatto: semplicemente annusando l’olio possiamo capire se esso è di buona qualità oppure se è scadente. L’odore, più o meno inteso di oliva e magari di verdura, frutta o erba ci darà elementi sufficienti per stare tranquilli. Prima di questa delicata fase olfattiva bisogna però portare l’olio alle giuste condizioni per esaltare al meglio le componenti volatili aromatiche. Come? La nostra Guida all’assaggio dell’Olio extra vergine di Oliva ve lo spiega subito: Scaldate il contenuto del bicchiere con il palmo di una mano agitandolo leggermente, la temperatura ideale è pari a 28°C; coprite poi con l’altro palmo della mano l’estremità del bicchiere per poterne mantenere gli aromi; quindi scoprite il bicchiere, portatelo al naso e inalate piano e profondamente per individuare i componenti olfattivi dell’olio. Vi consigliamo di ripetere queste operazioni più volte, in quanto vi consentirà di cogliere le varie sfumature di aromi presenti e avvertire il grado d’intensità in una scala di valori che potranno andare da “appena percettibile” a “molto intenso”. Effettuata la prova sul profumo dell’olio non sarà difficile usare termini come “fruttato verde di oliva” se il profumo ricorda quello dei frutti freschi e “fruttato maturo” se invece ricorda l’odore della frutta dolce. In questo modo è possibile individuare il grado di maturazione delle olive.
La Percezione del Gusto, siamo arrivati all’ASSAGGIO
L’assaggio vi farà individuare alcuni sapori fondamentali: l’amaro, il dolce, l’aspro e il salato. Il senso del gusto risiede nei bottoni gustativi, infatti, la nostra bocca è in grado di riconoscere i sapori degli alimenti per la presenza sulla superficie di particolari strutture distribuite su tutta la cavità orale. Queste particolari strutture, chiamate papille gustative, sono presenti in maniera massiccia nella lingua su cui si distingue: sulla punta il dolce, sui lati il salato, nella parte centrale l’aspro e sul posteriore l’amaro, ma è possibile percepire anche altre sensazioni molto importanti come l’astringente e il piccante. Bene, ora avendo seguito fin qui la nostra Guida all’assaggio dell’Olio extra vergine di Oliva, possiamo iniziare sorseggiandone una piccola quantità distribuendolo con la lingua in tutta la bocca. Procedete prima con una suzione lenta e delicata, poi più vigorosa, cercando di aspirare l’aria tra i denti in modo da provocare l’evaporazione dell’aroma nel cavo orale, portandolo a diretto contatto con le papille gustative. Durante l’assaggio è importante incamerare aria con aspirazioni corte e successive, lingua contro il palato e labbra semi aperte, assaporare l’olio per almeno 20-30 secondi. In questo modo si definiscono le percezioni olfattive e si valutano quelle gustative, amaro, piccante, secco-astringente. E’ fondamentale, ricordare e stimare attentamente le sensazioni retro-olfattive. Raccomandiamo per chi è alle prime armi di non avere assolutamente fretta di espellere l’olio, ma essere calmi e tranquilli, cercando di memorizzare il maggior numero di sensazioni, magari segnando su un foglio le sensazioni avvertite. I primi assaggi saranno importantissimi per imparare a familiarizzare con il vocabolario dei pregi e dei difetti, che costituisce in pratica l’ABC dell’analista sensoriale molto utile è cercare di descrivere agli altri le proprie sensazioni, cercando di mettere a fuoco una comune metodologia di comunicazione. Non cercate di individuare nell’olio i sapori più strani, nessuno vi offrirà mai un bicchiere di olio; la sua unica funzione è di essere un valido supporto ai nostri cibi maggiormente se è di qualità. L’ assaggio tecnico va fatto seguendo alcune norme generali di comportamento:
- non fumare almeno 30 minuti prima dell’ assaggio
- non usare alcun profumo, sapone o cosmetico il cui odore persista al momento della prova
- non aver ingerito alcun alimento, almeno un’ora prima dell’assaggio
- accertarsi che le proprie condizioni fisiologiche e psicologiche siano positive, tali da non compromettere l’analisi.
Durante l’assaggio anche il naso entra in funzione, infatti, è noto a tutti che in presenza di un forte raffreddore che ci fa stare con il naso tappato, non si riesce a distinguere i sapori di quello che mangiamo. L’olfatto è connesso in maniera funzionale con il gusto e rende possibile, tramite i chemioricettori, le percezioni delle sostanze chimiche volatili per questo motivo è importantissimo nella percezione dei sapori. Ecco perché è importante sapere che il sapore prende forma proprio dalla combinazione di queste sensazioni olfattive e gustative. Mettendo assieme tutte le sensazioni percepite fino qui, si può cercare di esprimere un parere che nelle prime sedute può sembrare non attendibile. Se abbiamo eseguito un corretto assaggio, saremo in grado di distinguere tutti gli odori e i sapori che abbiamo memorizzato. Se essi sono ben distinguibili tra loro, in questo caso si ha sottomano un buon olio extravergine, se poi odori e sapori sono anche in equilibrio tra loro si può dire di aver assaggiato un eccellente olio extravergine di oliva. Ad ogni fine assaggio per degustare nuovamente un altro campione di olio extravergine, è utile sciacquare la bocca con una fetta di mela. Tutti questi passaggi inclusi nella nostra Guida all’assaggio dell’Olio extra vergine di Oliva possono sembrare difficili da applicare e da comprendere ma in realtà non lo è per nulla. Con un adeguato allenamento e magari anche con la possibilità di un confronto con persone già esperte è possibile acquisire una discreta competenza personale che ti consentirà di valutare correttamente un olio extravergine di oliva.
La Percezione dell’AMARO-PICCANTE che si avverte in gola è un pregio o un difetto?
Questa Guida all’assaggio dell’Olio extra vergine di Oliva ha lo scopo di chiarire alcuni dubbi che affliggono spesso il consumatore. L’amaro-piccante di un olio extravergine è un pregio che assume un valore importante per via dell’alto contenuto di polifenoli (antiossidanti). Tanti consumatori scambiano questo pregio per un difetto associando il gusto percepito ad un olio pesante o peggio ancora acido. Il caratteristico retrogusto amarognolo-piccante, è considerato attributo positivo dagli assaggiatori professionisti, quindi non bisogna preoccuparsi se l’olio è leggermente amaro e piccante, diventerà ben presto un attributo che difficilmente ne farai a meno principalmente quando userai l’olio a crudo per i tuoi piatti. Ricordare sempre che l’acidità libera dell’olio non è percepibile al gusto, poiché gli acidi grassi liberi dell’olio sono inodori ed insapori.
- Sapete dove buttare l'olio della padella dopo una frittura fatta in casa?
Sebbene non si facciano molte fritture, quando le facciamo, buttiamo l'olio usato nel lavandino della cucina o in qualche scarico, vero?
Questo è uno dei maggiori errori che possiamo commettere.
Perchè lo facciamo? Semplicemente perchè non c'è nessuno che ci spieghi come farlo in forma adeguata.
Il meglio che possiamo fare è ASPETTARE CHE SI RAFFREDDI e collocare l'olio usato in bottiglie di plastica, o barattoli di vetro, chiuderli e metterli nella spazzatura.
UN LITRO DI OLIO rende non potabile CIRCA UN MILIONE DI LITRI D'ACQUA, quantità sufficiente per il consumo di acqua di una persona per 14 anni.
Se poi siete così volenterosi da conferirlo ad una ricicleria pubblica ancora meglio, diventerà biodiesel o combustibile!
- Viene chiamata "FASCIA DELL'OLIO" quell'area delimitata sul mappamondo tra il 45° ed il 30° parallelo, le cui condizioni climatiche sono adatte alla crescita e coltivazione delle piante di olivo dal cui frutto si ricava l'olio di oliva.
-Tra i 5° ed i 20°C, è il delta di temperature che permette alla pianta dell'olivo di sopravvivere bene e svolgere il proprio ciclo vegetativo.
-Un litro, un litro e mezzo di olio è mediamente il risultato della spremitura dei frutti di un'intera pianta di olivo.
-Secondo recenti studi condotti negli Stati Uniti su donne sottoposte a chemioterapia per cancro al seno, l'olio extravergine di oliva potrebbe migliorare l'efficacia della terapia, impedendo l'innescarsi di resistenze farmacologiche.
-E' assolutamente falso che il colore dell'olio ne determina la qualita'. Il colore verde con riflessi gialli o meno intensi, dipende esclusivamente dalla cultivar, dal grado di maturazione e dal processo di estrazione. Il colore dell'olio e' indice di alterazione soltando in presenza di riflessi rossastri (l'olio in tal caso e' deteriorato perche' non e' stato conservato al riparo dalla luce).
- Non tutto l'olio classificato come "olio d'oliva" e' di qualita' elevata. L’olio d’oliva è un olio ottenuto da un taglio di olio d’oliva rettificato e di oli d’oliva vergini diversi dall’olio lampante, la cui acidità espressa in acido oleico non può eccedere 1,5. L’olio d’oliva con caratteristiche eccellenti è, invece, l’olio extravergine.
...E PER RIMANERE SEMPRE AGGIORNATI :
>>L'olio extravergine d'oliva...farmaco naturale antidiabete?LEGGI QUI
>>Xylella, "Le Iene" per gli ulivi del Salento: “Salviamoli”
>>La truffa dell'olio extravergine d'oliva : ecco i 7 marchi coinvolti
Sebbene non si facciano molte fritture, quando le facciamo, buttiamo l'olio usato nel lavandino della cucina o in qualche scarico, vero?
Questo è uno dei maggiori errori che possiamo commettere.
Perchè lo facciamo? Semplicemente perchè non c'è nessuno che ci spieghi come farlo in forma adeguata.
Il meglio che possiamo fare è ASPETTARE CHE SI RAFFREDDI e collocare l'olio usato in bottiglie di plastica, o barattoli di vetro, chiuderli e metterli nella spazzatura.
UN LITRO DI OLIO rende non potabile CIRCA UN MILIONE DI LITRI D'ACQUA, quantità sufficiente per il consumo di acqua di una persona per 14 anni.
Se poi siete così volenterosi da conferirlo ad una ricicleria pubblica ancora meglio, diventerà biodiesel o combustibile!
- Viene chiamata "FASCIA DELL'OLIO" quell'area delimitata sul mappamondo tra il 45° ed il 30° parallelo, le cui condizioni climatiche sono adatte alla crescita e coltivazione delle piante di olivo dal cui frutto si ricava l'olio di oliva.
-Tra i 5° ed i 20°C, è il delta di temperature che permette alla pianta dell'olivo di sopravvivere bene e svolgere il proprio ciclo vegetativo.
-Un litro, un litro e mezzo di olio è mediamente il risultato della spremitura dei frutti di un'intera pianta di olivo.
-Secondo recenti studi condotti negli Stati Uniti su donne sottoposte a chemioterapia per cancro al seno, l'olio extravergine di oliva potrebbe migliorare l'efficacia della terapia, impedendo l'innescarsi di resistenze farmacologiche.
-E' assolutamente falso che il colore dell'olio ne determina la qualita'. Il colore verde con riflessi gialli o meno intensi, dipende esclusivamente dalla cultivar, dal grado di maturazione e dal processo di estrazione. Il colore dell'olio e' indice di alterazione soltando in presenza di riflessi rossastri (l'olio in tal caso e' deteriorato perche' non e' stato conservato al riparo dalla luce).
- Non tutto l'olio classificato come "olio d'oliva" e' di qualita' elevata. L’olio d’oliva è un olio ottenuto da un taglio di olio d’oliva rettificato e di oli d’oliva vergini diversi dall’olio lampante, la cui acidità espressa in acido oleico non può eccedere 1,5. L’olio d’oliva con caratteristiche eccellenti è, invece, l’olio extravergine.
...E PER RIMANERE SEMPRE AGGIORNATI :
>>L'olio extravergine d'oliva...farmaco naturale antidiabete?LEGGI QUI
>>Xylella, "Le Iene" per gli ulivi del Salento: “Salviamoli”
>>La truffa dell'olio extravergine d'oliva : ecco i 7 marchi coinvolti